domenica 31 gennaio 2010
CRS Farm
JBL - Novo Crabs
mercoledì 20 gennaio 2010
domenica 17 gennaio 2010
VESICULARIA DUBYANA
Le sue foglie sono particolarmente piccole 1-2 mm, di verde chiaro o scuro, gli steli si presentano rmificati, e riescono a sviluppare cespugli particolarmente fitti ed intensi.
La coltivazione in acquario di Vesicularia dubyana è davvero tra le più semplici.
Questa specie infatti si dimostra altamente adattabile sia all’intensità di illuminazione che alle caratteristiche dell’acqua più disparate.
Vesicularia dubyana vive aggrappandosi a legni o sassi, dove riesce ad attecchire particolarmente bene.
L’effetto decorativo che possiamo ottenere, è davvero notevole ed apprezzabile: il suo intenso fogliame particolarmente fitto inoltre può offrire un ottimo riparo per gli avanotti.
Anche se capace di crescere e resistere alla condizioni più svariate, con una media illuminazione possiamo ottenere una buona crescita, e ben si presta sia in acqua tenera ed acida che dura ed alcalina con temperature che possono tranquillamente oscillare dai 18 ai 30°C.
Risulta importante nella sua coltivazione, evitare che vadano a depositarsi sulle esili foglie, particelle di sporco che ne comprometterebbero la salute, ed il formarsi delle alghe può portare questo muschio a deperire in breve tempo soffocando le foglie.
In natura Vesicularia dubyana cresce anche in zone asciutte e solo umide, sul terreno, sulle rocce, sui tronchi della piante, ed anche sulle rive di fiumi e ruscelli caratterizzati da continue inondazioni e successivi prosciugamenti, questo spiega il perchè della forte adattabilità di questo muschio alle condizioni più diverse.
Questa bella pianta acquatica che dimostra doti di robustezza, trova facilmente la sua collocazione anche in acquari dove si ha la necessità di una ridotta intensità luminosa, con particolari specie di pesci, dandoci la possibilità comunque di coltivare piante senza disturbare quelle che possono essere particolari esigenze di una determinata specie di pesci.
Negli ultimi anni è nata una discussione tra esperti in materia a proposito della corretta classificazione tassonomica di Vesicularia dubyana, ed a tal proposito alcuni sostengono che il muschio di Giava, così come lo conoscono i più, non sia affatto Vesicularia dubyana ma bensì un’altra specie di muschio.
Sinceramente a riguardo non ne so nulla, ed anche se arogmento certamente degno di interesse, esula dallo scopo di questo sito che si prefigge di dare semplici suggerimenti atti a coltivare una specie invece che un’altra.
Non solo, ma si tratta di argomento piuttosto specifico che merita opinioni dettate da veri esperti in materia scientifica, quale io non sono affatto.
Chi è interessato a scoprire maggiori nozioni a riguardo, facendo una ricerca in internet, anche su siti in lingua inglese, certamente troverà materiale in quantità che soddisfi la curiosità a proposito della corretta classificazione di questa specie.
Detto questo, qualche esemplare di questa bella pianta non dovrebbe mancare in ogni vasca, andando a migliorarne l’effetto decorativo e vista la facilità di coltivazione.
tratto da http://www.guida-acquisti.com/acquario-dolce/piante/Vesicularia-dubyana.html
CONSIDERAZIONI PERSONALI: Di solito lo utilizzo nei miei caridinai per legarlo a rocce o legni. I muschi sono ideale negli allestimenti per caridine in quanto non necessitano di molta luce e cmq trattengono nelle loro microfoglioline detriti che nutrono le caridine soprattutto i piccoli. Utilizzo questo muschio quando non riesco a trovare la varietà christmans che risulta essere piu soffice e con foglioline un po piu larghe. Inoltre tende a crescere con trama ad albero di natale. Il suo modo di diventare folto a differenza della dubyana consente di nutrire ma anche di riparare le caridine e soprattutto i piccoli.
sabato 16 gennaio 2010
MICROADA
martedì 12 gennaio 2010
Otocinclus Affinis
Famiglia : Loricariidi.
Provenienza : Brasile sudorientale
Descrizione : Forma: corpo snello, a siluro, con bocca atta a succhiare; pinna dorsale impiantata su corta base ma piuttosto alta; lungo il corpo una fila di 23-24 placche ossee. Colorazione: colore fondamentale grigio verde molto chiaro fino a giallo argilla; dorso più scuro, ventre biancastro o giallo chiaro; dall'apice del muso alla radice della coda una striscia longitudinale scura poco distinta; pinne incolori o verde pallido. Dimensioni: fino a 4 cm. Differenze sessuali: le femmine mature sono molto più massicce.
Ambiente : Acque correnti. Temperatura: 22-23 °C. pH e durezza dell'acqua: non ha particolari esigenze. Arredamento: copiosa vegetazione con alghe e nascondigli.
Alimentazione : Soprattutto cibo vegetale, insieme a resti di cibo e piccoli vermi. Ripulisce l'acquario delle piccole alghe.
Biologia : Comportamento: durante il giorno vive nascosto; esce in cerca di cibo nelle ore crepuscolari e di notte; sta spesso appeso verticalmente ai vetri o alle piante. Riproduzione: vedi Corydoras; le uova, molto piccole, si schiudono in 2-3 giorni; gli avannotti vanno nutriti con naupli e vermiciattoli finemente tritati o con rosso d'uovo ridotto in polvere. Vita sociale e compatibilità: territoriale, convive bene con altre specie.
Considerazioni personali : E' praticamente l'unico pesce che lascio convivere con le caridine. Essendo molto timido e per niente aggressivo è più che adatto in vasche con caridine a patto che siano abbastanza piantumate. Passa le giornate a pulire foglie e vetri con una delicatezza da invidiare. Basti pensare che riesce a pulire anche le foglioline della marsilea senza rovinare il praticello da loro composto. Trovo che anche il suo aspetto sia molto gradevole con quella parvenza da piccolo squaletto appiccicoso. Molti ignorano il pericolo piu grande che corre questo pesce ovvero i digiuni involontari ai quali molti acquariofili lo lasciano. Una volta esaurita la scorta di alghe presenti sui vetri e sulle piante bisogna integrare con qualcosa la dieta di questo piccolo pesce. Ho notato che quando accade ciò i miei otocinclus cominciano ad agitarsi e ad attaccarsi continuamente su punti diversi dei vetri in cerca disperata di cibo. Quando mi rendo conto che sono affamati do loro un po di spirulina pura. Molto spesso pero questo diventa una vera e propria lotta tra loro e le caridine. Credo che sarà l'unico pinnuto che utilizzerò nelle mie vasche.
lunedì 11 gennaio 2010
ANUBIAS GILETTI
Famiglia -
Luogo di provenienza Africa occidentale
Dimensioni Altezza 20-30 cm; Larghezza 10-15 cm
Descrizione e coltivazione - Pianta da gruppo
Temperatura 20°-30°
Valore pH 5.5 - 8
Valore gH 6 - 20
sabato 9 gennaio 2010
SHG Amazonas Salt
ALLESTIMENTO SUBSTRATO "ANARCHICO" CON FLOURITE
In passato mi ero sempre rifiutato di utilizzare la Flourite, un po perche non avevo mai deciso di creare un caridinaio molto piantumato e un po perché su internet e piu persone mi dissero che la flourite è molto complicata da gestire in quanto è ricchissima di polveri e crea un squilibrio improvviso dei valori dell’acqua in particolare del GH e del KH. Poi tempo fa ho visto alcune foto e mi sono innamorato dell’effetto che da al fondo e poi cc’è anche da precisare che a me le cose complicate mi piacciono e stimolano maggiore interesse su quello che si sta facendo. Vari negozianti e amici mi hanno consigliato di sciacquare la flourite prima di utilizzarla. Sinceramente ho desistito per due motivi. Per prima cosa credo che quelle polveri siano anche un po il segreto di questo substrato e poi credo che un po come i substrati aquasoil dell’ADA puoi sciacquarli quanto vuoi, cacceranno sempre monnezza.
L’inserimento dell’acqua, rigorosamente di osmosi, è stato davvero molto lento. Quasi stile contagocce. Ho suddiviso tutta la parte post riempimento in tre fasi.
Durante la prima fase ho tenuto la vasca senza alcun filtro per tre giorni. Ogni mezza giornata con un aspira rifiuti ad aria aspiravo molto leggermente sul fondo. Ogni giorno invece ho cambiato il 50% dell’acqua.
Dopo i tre giorni la vasca si presentava in queste condizioni. Inoltre sulla superfice si formavano continuamente delle bollicine marroncine di sporcizia.
La terza e ultima fase consisterà nel passare da filtraggio meccanico a quello biologico con l’utilizzo dei classici cannolicchi, carbone, spugne etc.
venerdì 1 gennaio 2010
BIOCONDIZIONATORE SHG BIODROPS
- Rende subito disponibile l’acqua di rubinetto.
- Neutralizza immediatamente i disinfettanti come il cloro.
- Lega i metalli pesanti come zinco, rame, cadmio, piombo.
- Contiene colloidi per la protezione delle branchie e delle mucose dei pesci.
- Previene situazioni di stress da trasporto e cambio d'ambiente.
CONSIDERAZIONI PERSONALI: Ho scritto un articolo su questo prodotto. Ho chiesto al mio negoziante di fiducia il segreto di questo prodotto. Mi ha detto che a differenza degli altri condizionatori d'acqua quello SHG ha una maggior potenza nel legare ed eliminare il ferro e altre sostanze nocive per le caridine. Insomma ha una capacità chelante superiore rispetto a tanti altri prodotti del genere.